La prima cosa che colpisce di Enrico è sicuramente il suo sorriso: un ragazzo sereno, cresciuto con la passione per i motori da corsa ereditata da papà Giuseppe, valido pilota nella classe Minicar su Fiat 500.
La storia di Enrico è particolarmente bella ed avvincente, dal momento che ha conseguito la patente solo pochi giorni prima di prendere il via alla sua prima gara, lo Slalom della Valle D’Itria, che ha concluso terzo nella sua classe e primo tra i conduttori Under 23. E sull’onda del successo, Enrico e il suo papà non hanno atteso molto, e sono partiti alla volta della seconda tappa del Campionato Italiano Slalom, il 27° Slalom di Campobasso, dove Enrico, per niente intimorito dall’ambiente del massimo campionato, ha confermato di essere un pilota veloce e soprattutto un ragazzo con i piedi ben piantati per terra.
La classifica finale lo ha visto sesto in una classe combattutissima, ma il vero successo per Enrico è esserci e fare esperienza: un cammino che continuerà nel Campionato Italiano Slalom con le trasferte già programmate ad Erice, in Sicilia, nella gara di casa a Monopoli, e poi Rocca D’aspide (Salerno), Colli Euganei (Padova) e ancora in Sicilia allo Slalom del Monte Condrò.
L’esempio di Enrico non può portare alla mente, come analogia di età, l’ennesima tragedia della strada verificatasi proprio in questi giorni, con la morte di due ragazzi, uccisi dalla voglia di riprendersi in video mentre spingevano la loro auto a 220 km/h. la strada non è una pista, e la voglia di emozioni forti può essere inseguita in maniera sana e persino educativa, come nel caso di Enrico Oliva, giovane promessa della Scuderia Valle D’Itria.