di Vittorio Zigrino – foto Giuseppe Carrone
Così cantavano gli Alphaville nei nostalgici anni 80.
Come una futuristica musica elettronica di quegli anni, così appariva il suo suono.
Il “vento” che si infrangeva sulla chiocciola del suo motore sibilava al mondo il grande cambiamento verso il futuro.
Dal cielo al mare alla ferrovia, il turbo si fece sempre più piccolo per essere accolto in un’auto, meglio se dal vestito a tratti gialli e neri che ne valorizzava i suoi fianchi larghi.
Tanti giovani hanno sognato di possederla. Qualcuno, non l’ha mai tradita e sotto le luci artificiali della sua officina la guarda ancora con occhi innamorati, la cura, la mantiene sempre in forma e brillante, studiando il modo per donarle un’ eterna giovinezza.