LA MIA PRIMA VOLTA… AL RALLY PORTA DEL GARGANO

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di Vittorio Zigrino – foto Giuseppe Carrone

Si dice sempre che il primo amore, non si scorda mai, ma anche la prima volta di qualsiasi esperienza, non si scorda quanto il primo amore…..

Ma, il correre del tempo e la memoria umana, tendono ad abbellire il passato, ricoprendolo, come fa un pasticcere, di zucchero a velo, su una superficie tutta da mangiare, nascondendo però, tanti particolari di essa.

Per noi uomini quindi, non resta che fermare le storie, “ farcite” di particolari, su parole che restano scritte.

Mattinata di scirocco e sabbia desertica ad accompagnare la risalita del tacco di Puglia di due Matti, direzione? Golfo di Manfredonia!!!!!

Nuvole pesantissime, colorano di scuro i monti del Gargano la tempesta si avvicina. Un impetuoso e rumoroso vento di caduta, porta giù dai monti, quantità smisurate d’ acqua e spazza via gli ultimi scampoli di shakedown.

Ma le corse sono anche amicizie che si ritrovano o che nascono, si scende al parco assistenza. L’ incontro con Paolo dal cognome letto e riletto sul web, nelle sue innumerevoli pubblicazioni piene di passione sul mondo delle corse, insomma, un vero “ matto “ della nostra stessa razza. Le presentazioni, quasi una formalità. Dei simili, non iniziano un dialogo, lo continuano……..

Ma in quella stanza, seduto, un uomo, mezza età, voce difficoltosa, metallica che comincia a parlare di rally, si ma di quelli corsi tra due ali di folla, mille flash e piloti della belle époque italiana e mondiale, signori, siamo nei mitici fine 70, prima metà degli 80. Si nominano nomi che già a sentirli, fanno rivoltare ogni singola cellula di chi scrive. Raffaele è un ex navigatore che ancora vede i rally nella loro forma primordiale e avventurosa e quando racconta lo fa da geloso custode di una storia che è già leggenda.

Aperta la porta della sala stampa, ci accoglie un sole caldo che volge al tramonto, facendo evaporare l’ acqua di pioggia. Davanti a noi, il frenetico affaccendarsi del parco assistenza, poche chiacchiere, poche passerelle, si lavora sodo per preparare le vetture alla notte da rally che attende impaziente. Su alcuni cofani, i caratteristici fasci di fari, simbolo di questa NOBILE specialità.

Tra le auto, un maxi 5, con oltre trent’ anni di storia che solo a guardarlo, scatena tonnellate di nostalgia per chi l’ ha visto correre tra le grandi e sulle grandi strade. E per chi in quegli anni era solo un bambino, quella macchina, regala un’ immaginazione immensa, unita al rammarico di non esserci stato.

Ma quella “ bella “ giallo nera, ha deciso che alla festa di questa sera, non ci sarà. Il suo motore, si è ammutolito dopo aver saggiato poco asfalto garganico nello shakedown. Francesco e’ accanto a lei nel tentativo affannoso di sentire da lei un segno di approvazione, ma i suoi fari, sembrano dire inesorabilmente “ no “. Gli occhi di Francesco che hanno visto il Montecarlo da dietro un parabrezza e poi la Catalunia, oggi trasmettono solo rabbia e rassegnazione, pensando alla folla che li attende per condividere con lui, un attimo di sogno.

Si e’ fatto tardi, è ora di risalire verso Monte sant’ Angelo, bagagli in stanza ed è già buio.

La bella cittadina dauna, è in festa, tra poco, bagliori di luci veloci, la visiteranno, nel frattempo, però le auto, “ abbracciano” la gente di Manfredonia.
Tra le tenebre, si scorge il brulicare della folla sui terrazzamenti che guardano al golfo, sono tutti con Berga!!!!!!

Lo stesso cielo che ospitava la tempesta, regala una stupenda luna piena. Dai tornanti più sotto, “ danza “ il primo fascio potente di luce, accompagnato da un rombo corposo, scandito dallo scoppiettio di motori modernissimi. I potenti fari in arrivo, illuminano chiaramente la strada e gli occhi lucidi, pieni di emozione di chi scrive, seriamente convinto di assistere ad uno dei momenti più adrenalinici delle corse. La notte, copre di un velo trasgressivo e semi banditesco le evoluzioni di questi innamorati del traverso.

Occhi che guardano attraverso spesse lenti, non hanno ancora visto tutto quello che c’ e’ da vedere e puntano verso la tenda del controllo orario. Qui arriveranno e si fermeranno quelle macchine, così attrezzate per affrontare tanta guida.

Il calore della meccanica stressata, mitiga per un attimo il fresco della sera, dalle feritoie, escono mani protese a porgere la tabella di marcia. Dai finestrini si scorgono led e lucine varie, per chi guida e per chi legge le note. Una figura che sembra uscita da un film vintage, dietro un lume a gas, segna con attenzione i tempi, col capo avvolto da grandi cuffie, mentre dalle radio, si ascoltano voci a bordo strada di uomini che sembrano soldati in una notte di guardia.

E intanto, ricevuta la tabella, via i caschi, marcia innestata, per scomparire nella notte, domani il rally si risveglierà.

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